Sorelle, voi sapete, voi
capite.
L’amico ****** è entrato in
casa
graffia i muri, ruggisce,
cortesemente chiede
attenzione.
Sorelle, il fango di barena
imbratta
gli strascichi, rallenta la processione,
qui dove diresti che la
laguna
sia immobile.
sia immobile.
Non t'accorgi che scorre
lentissima.
E a volte cadiamo, a volte
ridiamo, a testa bassa.
Raccogliamo sull’acqua pagine
inzuppate, sputate, riscritte
ricopiate, scarabocchiate, da chi?
Sorelle, le collane di croci
tintinnano
al palpitare dei seni, le mani
fremono
nascoste nel nero velluto.
Non nascondete il pallore
della carne,
lasciate che vi vedano
quando,
la sera, cercate tra i cimiteri
sentieri che aprono al
mattino.
Siete operose, siete vigili
compagne.
Candelieri e ceri, armadi
con trine e grembiuli,
con trine e grembiuli,
la credenza ha vino per
l’ospite atteso.
Sorelle, voi sapete, voi
capite.
Il superfluo l’amico ******
conterrà
ciò che manca l’amico ******
abbraccerà
l’inespresso l’amico ******
libererà.