Alcuni anni fa, mentre lavoravo a degli studi su un dipinto dedicato a Gaspara Stampa (uno dei bozzetti lo vedete qui sotto) mi venne l'idea di commissionare una poesia a Francesco Giusti. Il soggetto del quadro è la poetessa che ingoia pagine dei suoi libri.
Donna che mangi le frasi di un amore
Masticando
al lume di una fiamma
lo stesso amore mai digerito,
hai mutato pelle mille volte al giorno.
Dall'eterno, lo slancio di un fuoco
hai ricevuto, e ne sei divorata; mille e mille
mutamenti genetici nel giro di un istante
perché il tuo collo s'allungasse
perfetto sopra i libri,
tuoi, che rumini. Parola per parola,
metafora dopo metafora, la luna ha inondato
con un raggiare lento i luoghi più reconditi
del tuo stare. E non c'è cipria
che nasconda o attenui
la cercata sofferenza dolcemente amata
e poi respinta. Mangi, vomiti,
libri dove dici di un calore sorto,
palestra di dolore acuto,
mentre nella valle delle notti insonni
vai alla mattina che si indora,
che sonderai con la smisuratezza
dopo tanto vittoriosa del tuo collo,
nello specchio che ti attira
e ti ripudia, nel ricordo
che ti gratifica e spaura,
donna che rumini i libri,
tuoi, innamorata.
aprile 2011
per un lavoro di Daniele Scarpa Kos
Francesco Giusti