Taglio tanto netto
giù dai cornicioni, la luce di fine estate
stava un po' sui davanzali; sembrava
raccogliersi a un certo punto come
un grido, uno di quelli acuti,
che arrivano da lontano. La grassoccia
piccola mano incerta sulla borsa,
la signora, stranita, seguiva il filo
senza inizio dei pensieri; lo perdeva,
lo ritrovava. Di spalle, lui,
con dentro un peso enorme, forse,
da portare chissà dove. Lei, la terza,
la giovane, sapeva e capiva; capiva
e proseguiva. Non badava alle diciture,
ai numeri delle porte; non aveva
una meta, lei, un'idea, un tempo
a contenerla; era libera tra quei muri,
tranquilla soprattutto, senza
la sicurezza di due ali, ma tranquilla,
almeno per quel giorno.
Francesco Giusti, agosto 2007, per Daniele Scarpa Kos
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