Saturday, October 1, 2011

L’amico ******


Sorelle, voi sapete, voi capite.
L’amico ****** è entrato in casa
graffia i muri, ruggisce,
cortesemente chiede attenzione.

Sorelle, il fango di barena imbratta
gli strascichi, rallenta la processione,
qui dove diresti che la laguna 
sia immobile.
Non t'accorgi che scorre lentissima.
E a volte cadiamo, a volte
ridiamo, a testa bassa.
Raccogliamo sull’acqua pagine
inzuppate, sputate, riscritte
ricopiate, scarabocchiate, da chi?

Sorelle, le collane di croci tintinnano
al palpitare dei seni, le mani fremono
nascoste nel nero velluto.
Non nascondete il pallore della carne,
lasciate che vi vedano quando, 
la sera, cercate tra i cimiteri 
sentieri che aprono al mattino.

Siete operose, siete vigili compagne.
Candelieri e ceri, armadi 
con trine e grembiuli,
la credenza ha vino per l’ospite atteso.

Sorelle, voi sapete, voi capite.
Il superfluo l’amico ****** conterrà
ciò che manca l’amico ****** abbraccerà
l’inespresso l’amico ****** libererà.